Knock-out è un romanzo di sport che lo sport trascende. Lo scrive una donna, Katie Kitamura, trentacinquenne californiana di origini giapponesi, un fratello tatuatore grazie al quale si è appassionata alle arti marziali miste. Dopo Joyce Carol Oates col suo On the boxing (1987) il ring trova una voce femminile credibile e raffinata oltre che competente, capace di andare oltre alla vicenda sportiva per trattare argomenti universali.
Il libro è pubblicato da Isbn Edizioni, casa editrice milanese da sempre attenta alla sport fiction di qualità – voglio citare a questo proposito L’alieno Mourinho di Sandro Amodeo e Baghdad Football Club di Simon Freeman –, e questa uscita in Italia (la pubblicazione americana è del 2009, Simon & Schuster) rappresenta certo un passo importante nello sviluppo e nella considerazione del genere.
Sport e letteratura sono da sempre legati, mi ha rallegrato vedere che nel film Il giovane favoloso di Mario Martone si faccia riferimento esplicito alla passione di Leopardi per il calcio e alle poesie a esso dedicate. Spesso il mondo delle lettere ha guardato con spocchia alla trattazione dei gesti atletici e per questo in pochi hanno raccontato lo sport in un romanzo, ma le cose stanno cambiando e anche rapidamente. È del 26 ottobre l’omaggio di Gianni Mura ai settantacinque anni dalla nascita di Beppe Viola, gli aedi del campo si ricordano sempre, a maggior ragione oggi che la trattazione sportiva sui quotidiani si è impoverita. In Italia è il web che muove passi consistenti nello sviluppo della letteratura sportiva, negli ultimi anni fioriscono siti che si occupano di sport con approccio personale e autorale, ricordo l’Ultimo uomo (ultimouomo.com) o Rivista studio (rivistastudio.com), e in edicola la rivista Undici traccia ritratti di uomini di sport con piglio nuovo e lessico che progressivamente si allontana da quello giornalistico contaminandosi con quelli poetici e giovanili e tenendosi sempre lontano dalla retorica. Al di là delle biografie sportive pubblicate dai grandi editori, è necessario citare la casa editrice 66thand2nd con la sua collana Attese, tutta dedicata alle storie di sport. Ci sono a mio parere i prodromi per lo sviluppo di un modo di trattare lo sport originale e serio e l’uscita di Knock-out è la valida testimonianza di una narrazione sportiva non cronachistica e fine a sé stessa, ma punta di un iceberg rivelatore di umanità.
Il romanzo della Kitamura narra i tre giorni che precedono il rematch tra Cal, lottatore della formazione di Riley e Rivera, l’atleta più forte nel mondo delle arti marziali, sempre vincitore per k.o. ad eccezione dell’incontro di quattro anni prima proprio con Cal dove ha trionfato soltanto per verdetto dei giudici. Rivera desidera chiudere la sua carriera realizzando quel che non gli è riuscito nel match precedente, mentre Cal vede la sfida come il coronamento di una carriera da vincente, ma non da primo della classe.
Kitamura concentra la sua attenzione sui personaggi di Cal e Riley, e se in un primo momento la fiducia in una possibile vittoria è alta, col passare delle ore questa viene meno fino a rivelarci l’umana debolezza dei due, il tramonto di una carriera e il sopraggiungere, con l’età che avanza, di una nuova fase della vita. Timori, ripensamenti, sconforto e coraggio si fondono in una relazione che va oltre quella di allenatore-atleta, ma svela un’amicizia fatta di attenzioni e confidenze, pur rimanendo maschile, infatti poco fanno le parole, parlano i gesti. È l’ombra di Rivera, quella che precede la sua apparizione, che scardina le certezze prima di Riley e poi di Cal. Il lottatore vincente non è presentato come un uomo, ha i tratti della bestia, e come Moby Dick impone la sua legge, diventa ossessione. Prima non si fa trovare, poi si rivela in tutta la sua grandezza al momento della pesa che precede il combattimento quando guarda Cal con un occhio solo, il suo viso è piallato dai pugni presi in carriera, non ha espressione, bestia selvaggia senza volto, fascio di muscoli e nervi sempre in tensione, desiderosa di picchiare forte per affermare la sua legge. Quel che sappiamo della sua umanità lo apprendiamo dai lottatori giovani della sua scuderia, preparatissimi e umili, immersi nella venerazione di un maestro dalle qualità irraggiungibili, in attività eppure già storia.
La prosa è secca, agile, avara di aggettivi. Il romanzo procede per frasi brevi e sono le singole azioni a portare avanti la narrazione. È lo sguardo, l’immagine, che suggerisce l’emozione e il ritmo della prosa è sapiente, sa quando farsi incalzante e quando lasciare un respiro, pur raro, al lettore. Le pagine finali dedicate all’incontro sono magistrali per precisione e ritmo, nessuna concessione all’emotività, una cronaca secca, serrata, che costringe il lettore all’a tu per tu con la pagina, a farsi anch’esso parte di un combattimento dove non si può tifare, ma soltanto guardare, trattenere fiato e giudizio fino alla conclusione che da una parte si aspetta e dall’altra si teme.
Nel ring della letteratura il genere sport fiction si mostra più vivo che mai e trova in questo straordinario romanzo d’esordio un lottatore instancabile, capace di colpire nel segno e durare nel tempo.
Knock-out, Katie Kitamura, Isbn Edizioni, euro 19,00, pagine 158.