Carofiglio vs. Ostuni. La polemica fragile di via Merulana.

Via Merulana e la difficoltà del linguaggio. Le parole impronunciabili e quei vocabolari che destinavo al greco e al latino nella peggior età della mia esistenza. Il ginnasio e i chili superflui, le difficoltà nell’approccio con le ragazze e il il gusto amaro di certe amicizie superficiali.

Quando il nulla sapevo sulla potenza della parola detta e mi era inaccessibile il suono del vocabolo scritto. La sensibilità accelerata di certe sincerità confessate sulla pagina bianca e le storie inventate per lo sviluppo del pensiero critico.

Nell’anno 2012 di nostra piccola vita salgo sugli alberi bassi dei sampietrini per appuntarmi segni d’umanità, le ore vuote del non far nulla per elaborare un pensiero e tradurlo in parola. Quando siamo così soli che ci vestiamo di scuro per confonderci al cielo, il rosso lasciato ai semafori e il bianco per le soste agli attraversamenti pedonali.

Il ricordo delle avanguardie, il gruppo ’63 e poi le confraternite. Che per essere più e poi darci un nome abbiamo bisogno della politica o della squadra di calcio e affoghiamo in poche lettere le affermazioni lunghe dei manifesti. Soli, ora, che per il confronto rimandiamo al Che tempo che fa e alle politiche editoriali. Un’ospitata e una birra nell’umanità bignardiana e le interviste intime dei rotocalchi. La letterarietà rimandata alla rete, le riviste senza possibilità di stampa e lo sforzo non retribuito di pochi eroi. Quando il giornalismo piega il linguaggio a certa retorica politichese, ai salotti spolverati della tv del pomeriggio.

E per vedere una raccolta di scrittori, le lettere unite per un messaggio importante, tocca scorgere i vestiti sciapi e certe fotocopie di una critica acida. Nè mestieranti, né folli. Eredi voi di una certa tradizione che fa della piazza un megafono e della scrivania una bara. Le polo rosse e certe sciarpe a trequarti per la lotta inerme della parola. Tutti uniti per una libertà di espressione, quando siamo già morti, noi che nascondiamo il sentire tra le copertine rigide e temiamo il riflettore e la performatività del pubblico e per le dichiarazioni aspettiamo una cattedra. Voi dirmi ora a che serve scendere in piazza contro a un risarcimento da cinquantamila euro per mala parola? Vuoi dirmelo ora da che vogliamo liberarci? La libertà si fa parola quando ammettiamo che il critico Ostuni non giudica un uomo ma un suo manufatto. Vuoi dirmelo ora chi denuncerebbe qualcuno per un piatto di pastasciutta, un vaso, un tavolo venuto male e senza stile? Quale giustizia si prenderebbe la briga di un tale pronunciamento? Sciocchezze.

E per la libertà ricerco altre battaglie. Di Carofiglio ve n’è più d’uno e non conosco uomo. Vogliamo mettere certe polemiche d’una volta, quando Fortini rispondeva a Pasolini in poesia? Vuoi mettere il costruire? Dov’è il dialogo quando scendi in piazza e ti fai clown e cerchi ancora l’affermazione di te nella protesta. Dove sono le mani sporche e il sudore? Torniamo alle strade, torniamo alle finestre, facciamoci urlo e richiamo, parola e canto. Ma senza proteste, con proposte. Perché il libro rimane sugli scaffali delle librerie? Abbiamo bisogno ancora di attori che danno voce ai nostri tormenti? Della pubblicità di certe contese fasulle? Basta che se ne parli.

Io dico no. Siamo così soli, lo ripeto, e quel che ci rimane sono soltanto gli ideali di lotta degli anni settanta. Morti stecchiti. Anche le osterie sono chiuse. Ci si ritrova nei pub e se ripenso ai rituali lenti di certe pubbliche letture mi viene sonno. Dov’è la spada, dov’è il sangue, dove la blusa gialla dei tempi di Majakovskij e le tovaglie calpestate da un giovane Rimbaud?

Non c’è ridicolo nella proposta di sé. Ma non invochiamo libertà che già esistono, rincorriamo ali di cavallette, invisibili e schive, ovunque disperse.

Miei scrittori cari, affezionati, amici. Torniamo al confronto e lasciamo i rituali scomodi di certe piazze alle adolescenze.

Con affetto.

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One thought on “Carofiglio vs. Ostuni. La polemica fragile di via Merulana.

  1. icittadiniprimaditutto ha detto:

    Reblogged this on i cittadini prima di tutto.

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