Quanti comignoli nel fumo grigio del cielo di Gennaio. E tetti abitati, finestre illuminate.
Il ticchettio della pioggia dei giorni nuovi. Coi rumori di casa a comporre melodie elettroniche.
Le serrature chiuse per proteggermi dalla nostalgia delle mie infanzie a cavallo delle siepi. Le corse calciando il pallone sotto al sole di luglio e suonare i campanelli e ridere e poi scappare via. Signora, le mancheranno le mie invadenze.
Rimanevamo colpiti dei mondi che ci circondano, non siamo i soli sotto ai lampioni. Non siamo soli, i treni partono in ritardo e gli aerei atterrano. Penso ai bus notturni per i viaggi di mille chilometri tra le Ande e i piatti stranieri al sapore di conoscenza. L’intontimento per gli alfabeti degli altri.
Non ci capiamo a parole e ora non bastano nemmeno gli sguardi. Sei così lontana che dovrei mettere un . e poi andare a capo.
Le lettere non spedite e quelle che tieni sul davanzale della finestra: le dichiarazioni di umanità nelle debolezze.
La libertà di un ti amo.
L’emozione soffre se non si fa carne, accumula forza come le molle e poi non saltella
se non togli il dito
.e le permetti lo scarico
E’ una questione di spinte lo sai, che anche la fisica sa di poesia.
E con la sindrome della donna angelo ci siamo strofinati come si fa con le auto nuove, la tua pelle di daino e le mie corna fosforescenti.
E se mi guardo allo specchio trascuro i contorni e mi soffermo sui difetti.
Dimmi soltanto che quando saremo due ci sosterremo senza farci grucce, dimmi che troverò un volto che accolga lacrime e due cosce per il riposo delle mie vacuità.
Quando saremo vaso e fiore avremo sconfitto la morte.
E dai nostri capi svaniranno le ombre.
Il popolo nero dell’alba, quando proiettavamo sulla strada le nostre paure e aspettavamo mezzogiorno per schiacciarle sotto ai piedi: un piatto di pasta, un bicchiere di vino.
Gli amici che accompagnano le partenze e la fotografia dei nostri momenti più belli.
La nostalgia non è un momento, la malinconia non è una scelta. E per la gioia levighiamo ancora le nostre estremità, come fa il mare coi pezzi di vetro, come fa il cielo con le meteoriti.
E finiremo per incontrarci,
quando anche il tempo si sarà fatto da parte e ti accorgerai che la porta è aperta, che non ci sono chiavi e per le illusioni lascerai il posto ai maghi.
Foto: Ray K. Metzker