E come gli uccelli salire al settimo piano per trovare orizzonti gli slanci dei nostri telefonini ultramoderni le foto in bianco e nero la nostalgia dei dandy per rifare le labbra ai bicchieri per tirare indietro coperte alla notte scoperchiare le cupole i chewin gum di labbra ignoranti i rossetti rossi sulla tomba di Wilde e quelle citazioni da prima volta. Che vorrei sedermi e trovare silenzio e riposo che dovrebbero aprire le chiese la notte e tra le panche tornerebbero a cantare i poeti. Altro che bar altro che pub. E’ una questione di qualità gli adolescenti bevono vino per invecchiarsi per le gambe instabili i tavoli delle carte mai giocate il coraggio infrasettimanale la Champion’s League. Guardare più in là dei grattacieli le tue trottole lanciate sullo stivale. La posta vuota questa abitudine fuori moda che la parola è sempre di troppo come le tasche dei jeans aderenti. Scoperchieranno i navigli e usciranno i tuoi sogni le canzoni inascoltabili delle tue docce notturne. Tutte le strade davanti e prenderne soltanto una le auto a noleggio e la vernice bianca le linee continue per non sorpassare. Che non sappiamo prenderci la responsabilità di qualche riga che possiamo dircelo che non serve a niente non ci interessa non siamo niente. Come quando cadevano a terra gli M&M’s e ci soffiavi sopra e li mangiavi lo stesso. La tua lingua dai mille colori. E che importanza ha se ci siamo sporcati se ci siamo abbandonati. Sono tornato a prenderti e hai lo stesso sguardo solo un po’ più triste. E io ti ho detto di guardarti dentro alla fine dell’arcobaleno della tua lingua colorata che gli M&M’s serviranno a qualcosa il pentolone dei tuoi desideri le monete di cioccolato. E prenderemo il largo prima o poi. Ma eravamo uccelli e dovevamo vedere il mare per distinguere il cielo.