Come fai a leggere Fiesta tu a torso nudo sulla spiaggia di Cesenatico e non farti attrarre dalle cadenze, dallo zio bo e le discussioni sulle elezioni regionali e così distrarti a fissare un culo qualsiasi, chiudere il libro e dimenticare cosa sono i giorni, la fatica e la malinconia che pure l’oroscopo ti riconosce? Come fai a credere mare la piccola onda grigia che gioca col tuo piede, poi si ritira. Il bagnino la piadina e cercare un bar per un cocktail decente e ritrovarsi snob e poi presuntuosi e dimenticarlo in fretta per scoppiare a ridere nelle sale giochi e a cavallo di una moto finta domandarsi il perché non siamo nati anche noi al mare per trasformare ogni ritorno in vacanza. Dici dell’esercitarsi al bello, a questo serve leggere, a questo farsi domande, a questo ancora le mostre dalla scuola dell’infanzia, la curiosità, il dir di grazia della poesia e sciocchezze in serie, non scandalizzarsi della volgarità, impadronirsi del senso, sciogliere il comico nell’ironia. E poi? Tu che indossi scarpe invernali d’estate e dell’acqua hai timore, tu e il nero dei tuoi occhiali da sole, le tue amicizie pelle su pelle, mano nella mano, tu che aspetti casa per il respiro e nel mentre non dai tregua alla voce e muovi le mani e sei sciocco e fai amicizia coi ristoratori e sei triste o felice a seconda della qualità del cibo. Tu, mi chiedo io, potresti essere diverso? Nell’inevitabile tuo esistere rendi difficile ogni incontro, il tuo alfabeto inciampa nel quotidiano, la tua estetica risente delle tue sofferenze d’adolescente. Chi sei tu ora? E poi perché tutte queste domande. Prendi quel treno e vai dove lei ti aspetta, se ti aspetta. Prendi quell’aereo e vai dove il tuo passato non esiste e così l’aspettativa non c’è e tu sei nuovo. Impara a dimenticare, ricorda il necessario. Stringi quei fianchi ogni volta che puoi, guarda quelle labbra e poi fai un tentativo di disegnarle. Scrivi cose lunghissime e incomprensibili, un giorno, vedrai, anche quelle mancheranno. E cresci per esser semplice, cura la barba, mangia quando è necessario o quando ti fa godere. Poi ridi di te, fallo più spesso e scrivile che l’ami anche se non capisce.
Foto: © Bernard Descamps