Quando dimentichi di chiudere il bar
con le gengive fragili ci laviamo i denti di fretta
per mordere i nostri taxi a pedali
e scivolare sui binari di porta Genova
perché hai aperto il vino senza aspettarmi.
E poi confondere le strade
pensare che a Milano non ci sono salite
sul cavalcavia di fronte alla triennale
avrei dovuto comprarti dei fiori
ma è notte
vendono soltanto hamburger.
Le brioche abbracciate
per i tuoi risvegli
la tua stanza da letto in Australia
che dovrei circumnavigarti
per dormire con te.
E poi guardi in alto per fraintendermi
che i miei occhi sono gonfi di vino
con le staffette al bagno
per scambiarci le vesciche.
E i miei discorsi alla Tarantino
quando dovrei parlarti dei puffi
di Gargamella e del gatto Birba
che sono uno di quelli che ti fanno ridere
e non ti spaventano.
E non ti spaventano.
E non ti spaventano.
Perderò ancora treni
per colpa dei ritardi
e guarderò negli occhi i pendolari
e per sentirmi meglio
dovrò aspettare sulla banchina.
Tu e la tua generazione sex and the city
con le tv generaliste
a moltiplicarsi come i conigli
non trovi posto per le fiction.
Quando ti ho invitato a pranzo.
E avevi impegni per il week end.
E poi mi hai scritto
per dirmi che sei maleducata.
Salutami Milano… ne ho nostalgia