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Anteprima 3

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Coi tombini che si scoperchiavano per ribellarsi al sole torrido d’agosto le gonne si accorciano e le cosce si riempiono d’oro io indosso i Rayban storici e proietto l’ombra del mio motorino sull’asfalto che desidera sciogliersi. Il fumo della marmitta si dirada in fretta e dovrei smetterla di guardare i davanzali che la strada chiede attenzione. Quando la notte non riesci a prendere sonno va a finire che ti alzi, indossi il primo paio di mutande che trovi e ti metti in strada per sapere che c’è e tutta quest’ansia di incontri non ti lascia dormire. Allora raggiungi San Lorenzo con le sue colonne, leghi il motorino a un semaforo, ti succhi una birra e ti siedi in disparte e prendi fiato poi un sorso poi osservi.

Tutti questi universitari che si divertono, le chitarre con le canzoni di Battisti e i cantautori che non vanno ancora in pensione che dico io possibile che nelle piazze saranno vent’anni che risuonano le stesse canzoni? Che non si sono stancati i giovani d’oggi delle trecce lunghe e gli occhi azzurri e le guerre di Piero e gli Eskimi innocenti della gioventù dei loro padri? Pare proprio di no e tra i piedi nudi i lacci alla schiava dei sandali i pantaloni a sigaretta e le magliette aderenti per i muscoli adolescenti e tra i boxer il deodorante del supermercato. Come gli animali ci muoviamo in branchi, queste donne da sex and the city i discorsi all’americana sul sesso degli angeli i connilingus finiti male e il fascino discreto degli incontri lesbo, i baci gay per l’alcool in eccesso e la borghesia dei tatuaggi colorati. E i bonghi coi pantaloni larghi, le gonne ampie i reggiseni lasciati appesi nei negozi per quest’ansia di libertà le collane lunghissime e i colori dell’arcobaleno, le ultime briciole del free sex and rock roll appese ai talloni ai piedi che strisciano lungo le strade.

Non m’incanto più. Questa piazza lontana dal mare mi getta addosso le alghe del passaggio all’età adulta. La fitta degli intestini quando non riconosci nessuno come fratello, come gemello e ti senti così solo che alla fine ordini un wiskey di quello buono e te ne freghi del portafoglio che non serve avere le tasche piene e la bocca secca.

(…)

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Sex and the city

Quando dimentichi di chiudere il bar

con le gengive fragili ci laviamo i denti di fretta

per mordere i nostri taxi a pedali

e scivolare sui binari di porta Genova

perché hai aperto il vino senza aspettarmi.

E poi confondere le strade

pensare che a Milano non ci sono salite

sul cavalcavia di fronte alla triennale

avrei dovuto comprarti dei fiori

ma è notte

vendono soltanto hamburger.

Le brioche abbracciate

per i tuoi risvegli

la tua stanza da letto in Australia

che dovrei circumnavigarti

per dormire con te.

E poi guardi in alto per fraintendermi

che i miei occhi sono gonfi di vino

con le staffette al bagno

per scambiarci le vesciche.

E i miei discorsi alla Tarantino

quando dovrei parlarti dei puffi

di Gargamella e del gatto Birba

che sono uno di quelli che ti fanno ridere

e non ti spaventano.

E non ti spaventano.

E non ti spaventano.

Perderò ancora treni

per colpa dei ritardi

e guarderò negli occhi i pendolari

e per sentirmi meglio

dovrò aspettare sulla banchina.

Tu e la tua generazione sex and the city

con le tv generaliste

a moltiplicarsi come i conigli

non trovi posto per le fiction.

Quando ti ho invitato a pranzo.

E avevi impegni per il week end.

E poi mi hai scritto

per dirmi che sei maleducata.

 

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