Smettere di bere è soltanto un proposito, il frigo si svuota ora dopo ora e l’ultima settimana di agosto brancola tra la nebbia e soli pallidi di questo nord così piatto che si fa invito a materassi morbidi e occhi chiusi. Immaginarti qui è uno sforzo inutile, non ci sei, non c’è il tuo odore, i tuoi fianchi appuntiti, nemmeno i tuoi denti a ricordarmi le alpi, la trincea bianca e confusa che separa la tua voce e la mia. E più viaggio e più scrivo e più penso, più popolo l’orizzonte di magre cerbiatte dal colorito chiaro e mi accoccolo sul ventre loro caldo e intreccio il collo ad altri colli, più la solitudine bussa allo stomaco. Come se il mondo non bastasse al mondo, come se il cuore non bastasse al cuore. Stronzate! Mi sono rammollito dici, uomo che non conosce quiete, uomo che non sa cadere nel sonno in un prato, cantare forte al largo dell’immenso mare di Sardegna, farsi grido nei folti boschi della Valtellina. E gira e gira questo smania di emergere, il piede affonda nell’asfalto caldo del quotidiano, inquieto il respiro, affannoso l’eloquio, quel che guardi sei, quel che desideri diventerai. Pensa tu ora a dove dirigi i tuoi occhi, al desiderio profondo che anima il tuo fare, non mentire. E ora decidi, la tavola è apparecchiata, la valigia pronta, o siedi o vai, falla semplice. Se tutto intorno sono colori pastello e terrazze, blu di cieli e blu di mari, gatti e finestre, persiane pitturate e mura bianche, case basse, se tutto intorno sono giorni felici e ombre che regalano profondità, chiediti perché tu sei l’uomo che guarda e non quello che vive. Fallo lo sforzo della semplicità, è lo scorrere dei giorni, uno a uno, che si fa vita, non l’idea del vivere a dar forma ai giorni. Perché tutti questi punti di domanda? Lei, lei o un’altra, ti aspetta, ti cerca, magari non lo sa, magari non lo sai tu, che aspetti a vivere? Scegliere di stare è un viaggio, posa la borsa e prendi confidenza coi muri, apri le finestre e guardati intorno, impara ad amare il tuo cielo, ci hai mai provato prima d’oggi?
Foto: © Sarker Protick