Dopo il risveglio l’azzurro tra i vetri e il primo caffè.
I pruriti degli arti, la nostra pelle secca e le presidenziali americane, le tazze coi nostri volti nei negozi sul lungomare e i tuoi like su Facebook come indicatori di distanze.
Pollice su ai potenziali elettori dei nostri domani, quando continuano ad essere gli altri a scegliere per noi. C’è chi può dire no ai lavori mal pagati per le coperte in cashmere che hanno cominciato a rimboccargli da piccolo.
E intanto non c’è pietà negli intervistatori della domenica e i sudditi del pre serale. Tra le tirate lunghe dello scrittore e i lanci di pomodori del lunedì. Quando la tivù non ci concede altri tempi,
il folle istrione
e
la mancanza di vuoti.
Quando muore qualcuno si libera uno spazio.
Quando si lascia la terra e si prende il mare si lascia un messaggio.
Con le nostre relazioni a tempo determinato consumiamo l’ansia di piccole morti e ci prepariamo all’ultimo giorno. Al ciao definitivo che per qualcuno è un arrivederci.
Ma non c’è ancora spazio per tutti. I nuovi rampanti e queste scale a chiocciola che ci fanno girare la testa. E rimaniamo in basso a guardare.
Troverò qui il perché dei tuoi silenzi?
Quando lo spazio bianco apre nuovi scenari e cambia il tempo della percezione, 2001 Odissea nello spazio è un film troppo lento.
E dove sono adesso le tue guance. Dove le tue lentiggini. Questo cielo ha bisogno dei tuoi denti bianchi e capelli neri e camicie a quadri per tornare ad essere il latte che tanto piace a Milano. Le nostre colazioni dimenticate tra i vicoli di Brera.
Le notti insonni a rincorrere un’immagine, le proiezioni dei miei contorni contro i muri illuminati soltanto per tracciarmi il contorno e capire cosa sta cambiando intorno a me. A provarmi tuoi reggiseni mai visti e poi la nuova moda vintage. Le cannibale è soltanto il motto di una discoteca.
Fioccano i mercatini, le luci del Natale, a ricordarmi che se non ci vediamo non esisti, la balena bianca delle mie pesche infruttuose. Ritornare a quell’uomo e al coraggio degli oceani: le mie reti tutte bucherellate, pescatori di uomini che rifiutano il contatto.
Ed ora torna alle tue pagine tutte bianche, tra i miei oggi ci son sorprese e grappoli d’uva, cachi arancioni e il prezzo incredibile delle castagne.
Vorrei cucinare per te, dirti non ho mai ucciso nessuno con gli occhi, e andrebbe a finire che tu non ci crederesti, perché hai paura o soltanto non puoi vedermi perché hai lo sguardo proiettato lontano.
Quando non ci sei. E io sì. E così affermo soltanto me stesso, come i candidati di destra. Come i testimonial famosi. Come i vestiti firmati. Come quella candela che ci siamo dimenticati accesa più di un anno fa, ed ora è un fuoco, come l’Ohio, e non c’è verso di spegnerla.
A nulla servono gli uragani, abbiamo interiorità così vaste che manco le bombe a idrogeno.
Soltanto un incontro.