Con Tondelli che ci alita ancora addosso i nostri diari di gioventù. Le vespe colorate di quando non sapevamo pungerci. I fili invisibili che sapevi intrecciare, gli scoobydoo delle relazioni al parchetto. Le nostre biciclette impilate a torre di Babele per la saliva che ci scambiavamo quando con gli spazzolini fosforescenti ci lavavamo la lingue. Ogni adolescenza per forza fa un po’ ridere i pigiama party con le bottiglie di plastica e il nome sul bicchiere. Le nostre erezioni primaverili con le emozioni acerbe come le pere. E c’è naufragata addosso la stanza quando ci siamo bagnati di buio. Le zip sempre difettose e i reggiseni che non t’aspetti. I nostri deodoranti per fare la voce grossa. E come naufraghi sui pedali la transiberiana della provincia. Per gridarti al balcone scendi e i cucù dietro alle colonne i baci sognati i baci mai dati. I cento all’ora per sbucciarci le nostre ginocchia seminuove con menischi incorporati. E partire per le vacanze, il tuo pensiero come l’acqua delle pozzanghere. E arrivano le piogge che confondono i giorni. E quando svuoto lo zaino e stringo il manubrio il tuo piercing d’autore e la tua pancia nuda. E lui e lei e l’altro e le pareti della mia stanza le danze in chat con le sconosciute.