E ancora se ci fosse Berlinguer, ancora Baudo o Pasolini. Faremmo come con Bene Carmelo, tutti a stringere la mano, molti a far domande, pochi a lasciarsi interrogare. Mentre si allestiscono i palchi e vecchi nobel scendono dagli scaffali, si ritrovano a San Lorenzo cuccioli appena svezzati, dispersi in verdurine e assenza di lieviti in questi stage non pagati, dove le ore sono considerate formazione e mai proprietà privata. Altro che recinzioni e belle statue a far grandi i giardini, sottrarre il tempo è toglier dignità allo sguardo. Costringere l’occhio alla terra, quando dovrebbe essere il piede a prender forza dal polpaccio, far leva sul terreno e costringere al salto. Non esistono tuffi senza vuoto ad attenderli, non c’è coraggio se non esiste paura. Ripartiremo ancora per le terre sconosciute dei fantasy, per questa Italia che ci sorprende ai crocicchi a chiedere l’erba della dimenticanza, a sfiorare le cosce delle sconosciute per affermarci. Delle tue ciglia abituate alla bellezza e di chi è stato sudore e ha imparato a deglutire l’insulto per permettere a quelli come me di vivere giorni in coscienza. Classificare le priorità e non dar retta al mondo. Sarà per questo che quando ti parlo d’amore appoggi la testa alla spalla, avvicini il bicchiere alle labbra, un sorso piccolo e poi un tiro. Non ho il coraggio di raccontarti storie, come i libri già letti aprimi dove vuoi, leggi quel che capita e poi immagina e poi ricorda. Non c’è nulla di vero nelle proiezioni, cambiano i colori, le dimensioni. Torneremo all’a tu per tu, portati una Nikon, una Canon, una Pentax, tanto è uguale, io i tuoi maglioni li riconosco lo stesso.
Foto: © Robert Mapplethorpe.
L’ha ribloggato su L'isolachec'è (o di pensieri alogeni e spiaccicate virtù)e ha commentato:
Splendido sentire.