Vorrei vederti migrare o correre nel ventre delle stazioni, darti baci sul naso, tenere le tue guance sulle labbra, e decorare il tuo seno bianco in punta di lingua. Magari stringerti il collo come si fa con le anatre e lasciare che sotto la mia spalla si nasconda il tuo viso. Contare fino a venti per rispetto del silenzio, del tuo respiro leggero e di quel profumo mai invadente. Tutte le ciglia che hai dimenticato sui miei maglioni non ci sono più, le ho appoggiate al dorso della mano, con movimento dal basso verso l’alto ho dato un pugno al palmo e via, nell’aria. Le ritroverà qualche gabbiano, a sera, tra le sue zampe gialle. Non penserà ai tuoi occhi, ci guarderà sprezzante. Se anche sapesse parlare non lo capiremmo.
Foto: © Heile Gansje
oh! che bella foto…