Dovrei appuntarmi i pensieri della notte sul telefono per poi ricordarmeli. Quando riuscirò a trasformare le parole in concretezza, saltare la siepe dei cinismi ed esercitare il colpo di reni per arrivare al traguardo: “I fiori non servono a nulla, magari un istante, niente di più.”. Ti sembra poco? Cogliere presenze in assenza dicevi che era per i folli, siamo così e non possiamo farci nulla. Schiacciamo bicchieri di plastica, come fai a bere ancora dalle cannucce? Smettila di essere incomprensibile, dici, smettila di essere incontentabile, dico. A tenere gli occhi al riparo degli occhiali da sole siamo bravi tutti. E ora facciamo una capanna con le mani alzate e poi distruggiamola in abbracci. Che a volte sentire il cuore di un altro che batte vicino al tuo è meglio di tante immagini, ancora meglio dei social network. Mi sto rammollendo ti dico, sono mesi che per strada non fermo nessuno e osservo solamente. Ancora ti aspetto, qui o altrove, che importanza ha, ma soprattutto, domandami ancora a cosa servono i cancelli se nessuno li salta.
Foto: Nicoletta Branco.