“Nessuno dev’essere lasciato indietro”: le parole del nuovo sindaco di New York, l’italo americano delle speranze democratiche e le nostre traduzioni così poco musicali. Eppure l’America è musica e Coca Cola, padri fondatori, firme e spazi immensi. Se togli il ritmo alla parola finisci per prendere tutto sul serio. L’uguaglianza impossibile delle cinque dita e il diritto al respiro.
A che serve pensare quando la tua esistenza si riduce al divano? Pieghi la schiena non te ne accorgi, credo qualcuno ti cavalchi e non per quelle storie là del piacere carnale. Sui balconi dell’hinterland non succede mai niente: gli elicotteri su Quarto Oggiaro e gli omicidi omertosi: crescono le piantine di basilico e i peperoncini rossi degli emigrati dal sud. Pensa ora alle badanti e alle donne di servizio, ai pappagalli nascosti sotto ai letti e alla grazia con cui si muovono le novantenni che ancora vivono sole. E’ tutta un’attenzione al gesto, dove mettere il piede, il respiro prima del passo e poi i rituali maturati negli anni: fare il caffè, lavare i piatti.
Vorrei dirti prendimi per il braccio e camminiamo verso un domani capace di sorprese. Nei carrelli della spesa il nostro stato di forma e poi domande sciocche: le indossi mai le pantofole? Che te ne fai delle calze di spugna?
Contro al Barcellona oggi servirà coraggio, sarò per questo che Saviano legge Primo Levi? E mi racconti che a Pechino Express hanno vinto le medaglie olimpiche, poi scoppi a ridere, dici, non potrebbe essere altrimenti. Intanto qualcuno ha fatto la valigia e lasciato a casa le scarpe estive. Altri invece sono in riunione e si sussurrano qualcosa alle orecchie, li hai visti i politici quando si chinano uno verso l’altro e sottovoce parlano e poi sorridono? Ci imiteranno, mi dici tu, chissà quante sconcezze.
Se all’orizzonte non si chiede il permesso per il galoppo dei cavalli, credi dovremmo iniziare ad occupare le case sfitte o faremmo meglio a iscriverci alle cooperative? Mentre col binocolo girato all’incontrario proviamo a prendere le distanze da questa età che ci costringe allo yes e ci riduce alla scrivania.
Ora anche il vino mi nausea, lo sai? Credo rivolgerò la parola alla terra, ai sassi, ai bombi rari che ancora volteggiano sui giardini privati. E aspetterò le rondini dalla danza ebbra. Così anche il sole sarà allo zenit, la notte e il giorno avranno la stessa durata, non come adesso, che è troppo buio.
Foto: Alessandro Gallo, Cielo a pecorelle, 2003.