Imbarchiamo solitudini tra le dita e non riusciamo a tenerle sul palmo preghiamo il padre nostro le mani aperte per prendere quello che ci aspetta. I nostri segnali di resa quando ai colloqui arriviamo sconfitti. E ci hanno detto che è estate che è caldo che è presto che tornerà settembre e si apriranno orizzonti come i tramonti su Santorini. Nelle nostre scatoline nelle case a ringhiera le grate alzate per non distrarci i parcheggi a pagamento e le nostre auto sui marciapiedi le multe prese il sabato pomeriggio. Quando mi hai insegnato a usare le faccine la leggerezza dei cartoni animati le tue sit com americane. Siamo come i balconi lo sai prendiamo il polso agli agenti atmosferici sensibili come i barometri i nostri riti per i risvegli. E sulla soglia ti togli le scarpe le tue spalline cadenti le cover di Mina la mia espressione da deficiente. Non sono solo su questa terra il tuo corpo nudo per la mia guerra. Contro i tuoi credo contro i tuoi amori l’Autan a spruzzo e usciamo fuori tra i deserti dei parchi e i nostri cani troppo grassi. Sono ormai giorni che non apro un libro mi consigli De Silva ti rispondo Kristof per le nostre gare a chi ce l’ha più lungo. Le poesie erotiche che non ti ho detto e i tuoi tatuaggi antisesso. E smetteranno di chiamarti artista. Quando spegnerò top calcio 24 donerò i reni a queste righe di vetro e suderò sulla carta e il letto sarà riservato alle notti che faremo l’amore per strada sui tavoli con le nature morte di Brera schierate a guardarci che non mi importerà nulla degli scudetti della Juventus e non serviranno gocce per prendere sonno.
*
comunque è incredibile. (…)