Delle tue scarpe buffe. Di quel caffè dimenticato sul letto. Di quando ero piccolo e mi sbucciavo le ginocchia. Della cicatrice sull’occhio e del canto di Polifemo. Dell’incidente al sottopassaggio. Della mia bici distrutta. Del nostro primo giornaletto porno. Delle panchine verdi del santuario. Dei miei cento chilogrammi. Di quando mi hai detto delle mie labbra belle. Di quando hai preso il treno prima e poi ci siamo persi di vista.