Non baciarmi, non ora

Cambiarsi magliette quattro o cinque volte al giorno. Evitare di guardarsi allo specchio o guardarsi tantissimo. I suggerimenti degli altri e le cravatte troppo strette; non respiro, davvero, devo andarmene, se puoi aspettami, se non puoi tornerò io, non saranno certo i treni a farmi tardare.

Infilavo in tasca il compromesso come si fa coi preservativi prima delle uscite notturne, ma quelli li dimentico, dico davvero, ci penso così tanto al dentro e fuori che alla fine è come se l’avessi già fatto, per la voglia invece è un’altra storia, quella ritorna.

Il compromesso no, quello non si dimentica, ha le radici tra le vene dei polsi, muove le dita quando tu non vuoi e non ti lascia in disparte. Così sono costretto al vino e alle traversate notturne di queste vie così lunghe. Ci sono statue ovunque e i turisti del nord hanno le guance arrossate, i vecchi i nasi gonfi mentre coppie datate camminano mano nella mano al ritmo lento della pensione. Sono un intralcio, soltanto un impiccio, ho una vita da vivere una meta da rincorrere io, che me ne importa degli altri?

E mentre intorno è frastuono sento soltanto il silenzio, lo spazio vuoto tra le tue gambe quando indossi i pantaloni stretti e le tue scarpe così… oh, le tue scarpe. Potrei scegliere una donna soltanto osservando le sue scarpe, dico davvero, se un tempo era il viso ora è un particolare. Non che io sia feticista, tutt’altro, detesto i piedi. Ma la scarpa… quella può essere gusto ed eleganza oppure esibizione sfrontata di sé, sciatteria menefreghista o magari mancanza di visione d’insieme. Così charmant diventa incomprensibile: un vezzo del naso, un evidenziatore su un foglio non ancora scritto. E poi le donne non si scelgono.

Saranno le luci, sarà il profumo di questi fiori bianchi che maturi si staccano dai rami e ci confondono gli occhi costringendoci allo starnuto o al respiro profondo, sarà perché sei di tre quarti o perché sai di atteggiarti. Sei così potente, io così fragile. Non diresti così se ti cavalcassi, ma quella è una questione d’intimità, tutta un’altra storia.

Ora invece mi viene da prenderti e metterti nel portafogli, portarti sempre con me come faccio con la figurina di Alessandro Del Piero. Ma il tempo confonde tutto e si dimentica presto, così anche lui, ora, esiste soltanto nei filmati di youtube, nella memoria della mia giovinezza che è così simile alla malinconia che spesso ricerco e poi allontano spingendola al muro, dietro al cuscino.

Scrivimi ancora che è il potere che domina il mondo. Se prima comando io, poi comandi tu, ti dico io. Ma non funziona così. Finiremo per toglierci la pelle e aspetteremo la notte per insultarci, e poi ci tireremo ancora i capelli pronti, ansimando, a chiedere alla vita perché ricerchiamo la morte quando un bicchiere segue il primo ed uno ancora, lontani da noi, fuori dalla coscienza. A ricercare il riposo nell’orgasmo, mentre lasciamo sul letto vita e vita soltanto. Vita che non ritorna, vissuta e dispersa. A che serve farsi domande? A che serve? Vieni, avvicinati, e poggia le labbra sopra le mie, resistiamo all’istinto, non baciarmi, non ora, parliamoci così, parliamoci a lungo, fino a dimenticarci quello che vogliamo dire. Non è importante, dico davvero, non è importante.

Foto: Nicoletta Branco

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1 thoughts on “Non baciarmi, non ora

  1. poetella ha detto:

    Un pezzo straordinario.

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