Mi ha svegliato il pensiero di te. Che poi mi sei scivolata addosso e ti sei sbucciata le guance. Come la spieghiamo questa? Hai voglia a dirmi che esistiamo solo nei racconti degli altri. E queste solitudini? Le chiamate perse dietro ai distributori automatici del latte delle nostre mucche bianche venute dallo spazio. Quei messaggi subliminali che ci lanciamo addosso come palle di neve e si sciolgono negli intestini per il ricambio dell’acqua appena svegli. I piumoni sono sempre troppo corti lo sai. E ci svegliamo ancora con l’ansia per i compiti non fatti. Copieremo i graffiti alle fermate dei tram che rimpiangiamo il futuro d’un tempo. L’odissea del 2011 inizia qui, con quei jeans che ci siamo tatuati addosso. Con l’inchiostro che usiamo per firmare gli assegni, per pagare questi affitti che ci salutano sempre per primi anche se facciamo finta di non vederli. E domani anche i sogni saranno tranquilli e avremo risolto il problema della lunghezza dei piumoni.