Fuoco

Senza connessione acqua calda né gas. Fuori dalle cartine, senza previsioni meteo né cartelli stradali. Tu e una sedia di velluto rosso. Le gambe nude, il tuo piede magro. Per ascoltare il respiro ho teso l’orecchio. Guardavi in basso tra le pagine di un libro, non leggevi. Chissà il tuo pensiero dov’era. Un cacciatore e un colpo, boom nella selva. Tu resti immobile, solo il tuo piede improvvisa una danza. Le mie mani si colorano di rosso, è freddo fuori e le nuvole coprono il sole, la tua mutandina resta al suo posto e la tua pancia si contrae in battere. Le parole che ho scritto per te si sono perse sui social, in buste chiuse di lettere spedite, indirizzi errati, messaggi Whatsapp, un blog irraggiungibile da dove sei tu. Ho tracciato a lungo il percorso dei tuoi viaggi, un gomitolo di linee mi ha ingarbugliato gli anni, i desideri. Dove sono io non lo so più, è una continua ricerca, un’avventura dietro alle tue finestre. Quando osservare è soltanto prendere freddo e malattia, bussare alla tua porta un’invadenza rara. Colpa del vino, colpa del dolore. Si trema qui fuori, si battono i denti. Quando anche gli animali troveranno nascondigli sicuri il cacciatore affamato farà fuoco sull’uomo che sono. Ti sveglierai allora?

Foto: © Natnada Marchal

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