Nella sua casa di via di Grazia ha chiuso tutte le finestre, due mandate di chiave alla porta, l’antifurto. L’aria condizionata accesa. Fuori le auto sfrecciano forte, lui non le sente. Tutto è dentro ora. Sul piano cucina il basilico fresco caccia il suo odore d’estate. L’aratro del pensiero lo rivolta dentro, le zolle si mischiano ma la terra rimane la stessa. Negli occhi di lei dolcezze, nel linguaggio distanze. Negli occhi di lui, pupille dilatate senza uso di droghe – ipotesi allergie estive – il profondo abisso del sentirsi inutili fuori dai rapporti e il senso della mancata esistenza. Non si dispiace del non essere compreso, oh no, quel che non lo soddisfa è il non riuscire a far felice alcuno. Che a raccontare la gioia siamo bravi tutti. E nella notte, a un’ora imprecisata, il pensiero di quelle mani lunghe, capelli di luce, che da Wilcock spuntano domande e nuotano nelle insicurezze. Così corre al frigo, beve solo acqua ormai, e così trova quiete.
© Harry Gruyaert