Queste memorie lucide come cartoline. Ci spediamo nel mondo e leggiamo i giornali di seconda mano. Teniamo fede ai fioretti e ci sporchiamo le mani per lavarci nelle fontane. Se solo quel treno non fosse stato inventato avremmo rimandato le partenze e dato un senso alle ore libere. I campi da coltivare, le pastasciutte coi pomodori transgenici, le nostre vacche magre e i libri per scaldarci. E non trasmette più radio caos che chiudono presto i bar delle rivolte e i caffè per svegliarci li prendiamo la notte con le palestre che ci tagliano i capelli per farci stare all’ordine e l’happy hour tra i tavolini bianchi e lucidi con le scritte grandi per non farci fare fatica. Ci leveremo come tanti golem per difenderci con Mazinga Zeta e la bandiera dell’universo per ripararci dal freddo sotto l’arco della pace. E per sporcarci ci guarderemo allo specchio. E quanta fatica abbiamo fatto poi a riprenderci. Quando tagliavamo le pagine dei libri per appiccicarci i bigliettini dei compiti in classe. E copiare era la rivoluzione con la prosa a mescolarsi alla coca cola per darci lo sballo le focacce unte e la poesia della bidella sbattuta fuori dall’aula.