Noi che teniamo le finestre chiuse per non accorgerci del tempo.
Che ci svegliamo la notte e il giorno è perso.
Con le nuvole negli occhi mi dirai
che non mi hai visto mai.
Che mi ubriaco per l’imbarazzo
e i miei discorsi come le matasse di pelo
si accumulano su federe made in China.
Dormiamo racchiusi in scrigni di cemento e per abbatterli chiameremo le gru
e ci diranno che sono occupate coi parcheggi dei suv.
Gli autobus zuppi come i miei jeans bagnati sull’orlo che il passo ha consumato.
Nei ristoranti i camerieri fanno le foto alle classi in vacanza.
E per entrare nei negozi dobbiamo farci le vaccinazioni.
Tu che mi dici che siamo nati troppo tardi
che negli anni 70 saremmo sfatti di eroina.
Io che ti dico che c’è ancora speranza
e poi guardiamo le luminarie rosa all’orizzonte
che non c’è inverno per le cicogne
che non c’è inverno per le cicogne.
