All’amico.

Al galoppo arrivano i bisbigli

e la criniera folleggia di vento.

Abiti i miei boschi con passo leggero e presente,

le foglie che il tuo piede

scalpitante la notte schiaccia

presto il mattino rugiadoso risveglia.

Che il buio disseta e il giorno

evapora senza invadenza.

Ho voglia di sedermi in radura

con te cantando

di vita e sciocchezze

e farci seri come saggi

e ballare come tarantolati

e salutare le notti

e ubriacarci di giorni.

Che sei vicino, presente

e di canto in canto

i barbari li teniamo lontani.

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