Intolleranze

Bianco su nero, Milano, novembre 2010.Coi cappotti morti sul pavimento.

Sui lavandini piovono le barbe dei tuoi Che.

I disordini del traffico e le fotografie per non fraintenderci.

Il presidente delle repubbliche delle sale d’attesa.

I crocifissi tra le costole delle veline. Come i vampiri di Russia.

Ebibidobobidiblu le bolle blu.

Non ci laveremo mai per non ammalarci più.

E non ci separeremo, sai?

Resterò, resterai.

E partirò domani perché è più coreografico.

Le notti a leggerti le bollette scadute di quando non vivevamo ancora insieme.

I nostri film muti e le tue ovaie gonfie che se ci soffi dentro voli.

Di quando dipingevamo le stelle sui soffitti.

Siamo mine antiuomo io e te.

Un tocco solo e scoppi come le guerre mondiali

di quando tuo nonno è tornato senza un piede.

Cerchi gli eroi nei libri

le tue canzoni libertarie

e poi non hai il coraggio di tagliarmi i capelli.

Sui banchi del mercato ci vendiamo a pochi euro all’ora.

E io ti dico che i comizi di Vendola sono come il latte la mattina.

Le mie intolleranze ai latticini.

E tu ti arrabbi.

Che credi ancora nelle istituzioni mentre io credo ancora nell’uomo.

Scopiamo? Mi dici.

E io dovrei dirti che male c’è

e mi esce solo:

Perchè?

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