I palloni non si incastrano più sotto alle marmitte

C’è quella che noi chiamiamo follia perché non sappiamo ancora niente, che ti alzi con il mal di testa e i denti rossi come le valli del Chianti. E le voglie te le tieni in tasca come le caramelle per smettere di fumare. Quando ti ho detto che facciamo dove andiamo scopiamo. Quando sei diventata un buco delle Polo, pronta a sparire come le astronavi sui pianeti che non ho mai visto. Ci crederesti tu all’esistenza di Dio? Mettiti al posto mio. Ci crederesti tu al buco dell’ozono e ai frigoriferi coi gas delle nostre lattine lasciate aperte. Un sorso e via perché abbiamo fretta di scaldarci. E ci raffreddano i venti del Marocco, con le nostre bici per evitarci tra un tram e un bar. Che prima o poi saremo felici come i ballerini di piazza di Spagna. Come le statue di piazza Duomo faremo da sedia ai turisti. Che Roma è lontana come quando giocavo a pallone tra le macchine. Che ora ci trovi soltanto chi piscia e i palloni non si incastrano più sotto alle marmitte. Che ora ci trovi soltanto chi piscia e i palloni non si incastrano più sotto alle marmitte.

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