Latte alle ginocchia

Scriverti qui è latte alle ginocchia.
Ho perso i treni delle sei di mattina.
Ho pucciato i sensi nel caffè. La mattina mi graffia le palpebre.

Questo spazio asmatico mi toglie la vista.
Non vedo ancora. Non piango mai.
Tu, me e i miei zaini da rifare.
Le lenzuola da stirare. I calzini da rottamare.

C’è un desiderio di strada e di traffico. Di silenzio e ciminiere che fanno i pop corn.
Di lavandaie e trans. Giovani fuori dalle scuole e scuole fuori dai cimiteri.

Tu dove sei non lo so più, confondo l’io col tu. E il blu mi fa ancora sballare. Le cascine mi fanno ballare. E la dub non la metti mai.

Cercarti mi è difficile. Non mangio. Non bevo. Non fumo.
Inghiotto e non mastico per sentire meglio i profumi.

Io sono soltanto quello che cammina sola, col cappello tra i capelli. Il cellulare afono. Le spalle pesanti.
E i miei capelli si allungano come gli uccelli nelle notti insonni.

E tu non ci sei più. Non ci sei mai. Tu, me e i tuoi guai.
Che per le parole c’è lo spazio di una mattina o di una notte, e il tempo non sarà mai nostro perché possederlo?

Se ci credi le forze le trovi. Credere in cosa poi?
La Marlboro si consuma in fretta. C’è vento oggi.

Se vuoi leggi qui: c’è sotto il link.
“Camera sola” si chiama, il resto è capriccio da adolescenti.

Il tomo intero, qualche pagina stracciata, è dalle parti di China Town, tanto i cinesi non chiudono mai.

Mordo ancora il giorno. Sperando nel tuo bussare, sperando nel guaire di una porta e in un vicino curioso.

Aspetto. Ma il tempo va. Io no.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: