Bambino prodigio

Io sono uno famoso.
Io sono uno che ci sa fare con la gente.
Io mi sveglio tutte le mattine. Ma proprio tutte.
Quando mi sveglio, la mattina, scendo dal letto. Mi stiracchio. Scrocchio ossa e ossicini. Aspetto che passi la mezza erezione mattutina. Poi mi alzo in piedi e guardo dalla finestra.
No, non guardo le macchine, non guardo i semafori, le donne belle, gli uomini anziani, no. Io guardo il tempo.
Io mi sveglio tutte le mattine. E tutte le mattine guardo che tempo che fa. Non il programma di Fabio Fazio quello che fa le domande e ride sempre quello che fa cultura, quello che è BIPARTIZAN ma un po’ a sinistra, no. Io guardo se c’è il sole, se piove, se c’è il sole ma piove, se è così così, se c’è nebbia, le nuvole.
Ora, per questa operazione, del tempo intendo, sono necessari cinque secondi.
Ma son cinque secondi spesi bene, ascolta me che sono un uomo normale ma anche uno famoso uno che ci sa fare con la gente.
Io mi sveglio tutte le mattine e tutte le mattine prima di uscire di casa so che tempo che fa.
Io sono famoso.
Io parlo con tutti.
Io a tutti ci racconto che tempo che fa perché del tempo puoi parlare con tutti.
E tutti mi ascoltano.
Lo vedono pure loro che tempo che fa ma mica è importante.
L’importante è che qualcuno gli parli di una cosa che già sanno, che possono vedere.
Io sono famoso. Io ci so fare con la gente.
E allora comincio parlando del tempo e loro mi ascoltano.
Poi non ascoltano più, dicono “tanto già lo sappiamo com’è, quante volte l’avremo vista la pioggia?”, come ascoltare le parabole in chiesa, ascolti l’inizio, dici questa la so e pensi a Valeria Marini o al posticipo del calcio della sera.
Io allora gli aggiungo particolari, dico che esistono nuvole rosse, che sulle nuvole rosse ci vivono gli alieni, dico che nel sole c’è una fonte nucleare e che potremmo morire tutti, dico… dico quello che voglio dico.
Tanto ormai sono famoso, tanto tutti mi ascoltano.
L’importante è risultare credibile, far vedere agli altri quello che vedono e poi aggiungere qualche piccolo particolare, e se non l’hanno visto lo vedranno anche se non c’è, come gli alieni e le nuvole rosse, oppure ti ascolteranno pensando al culone di Valeria Marini o al posticipo del sabato sera.
Io sono famoso.
Io sono furbo.
Io sono potente. Io sono un uomo normale.
Io mi sveglio tutte le mattine, ma proprio tutte, in una casetta romana.
Mi stiracchio, scrocchio le osse, aspetto che passi la mezza erezione e guardo il tempo dalla finestra.
Quattro passi e sono in Senato.
Buona giornata.

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