Io sono un bambino e faccio i capricci.
Io volevo essere superman, batman, ratman o cattivik, ma sono un bambino e faccio i capricci.
Piango se mia sorella mi fa il dispetto del gelato: io ho in mano un bel gelatone alla crema, lei mi spinge, me lo fa cadere e io piango. Piango e la picchio.
Piango se il mio amico ciccione Giorgio mi fa il secondo dispetto del gelato: io lecco il mio gelatone alla crema e mentre lo lecco che è buonissimo lui mi spinge il gomito e io mi sporco tutta la faccia di gelato, allora mi vergogno, piango e lo picchio. Poi continuo a mangiarmi il gelato.
Io sono un bambino e faccio i capricci.
La platessa, per esempio, quel pesce piatto che puzza di pesce e che fanno impanata come i sofficini findus ma quella puzza lo stesso di pesce, ecco, io la platessa non la mangio. Mi fa schifo, puzza, sembra cacca, pupù. La maestra però mi dice che non posso alzarmi da tavola finché non l’ho finita e allora io piango, faccio i capricci, sono un bambino.
Io faccio i capricci.
Un giorno, mentre piangevo perché Matteo, il mio amico che c’ha sempre in bocca tre big babol, ha lanciato la mia palla in un giardino e non voleva andare a prendermela, Giorgio, l’amico mio quello ciccione dello scherzo del gelato mi si è avvicinato e mi ha detto: “Senti, perché piangi sempre? Non sarai mica un frignone?!” Allora io a Giorgione l’ho guardato e non ho pianto, l’ho guardato e gli ho detto: “Giorgione, io non volevo nascere, mai! Chi ha deciso per me? Perché io sono nato che non volevo nascere?”.
Giorgione mi ha guardato e mi ha detto: “Tu sei strano, sei, non si può voler nascere o non volere nascere, si nasce e basta. Tutti nasciamo, no? E poi la vita è così bella, si mangia, si fa la cacca, la pipì, si gioca con lo scivolo, si hanno gli amici, quando sei grande poi puoi guidare la macchina, avere la fidanzata e farti anche la doccia con lei, è bello essere nati, no?”.
Bello o non bello io non volevo nascere, chi mi ha fatto scegliere? Me l’hanno chiesto? No. Ecco perché sono un frignone. Perché io voglio decidere per me. Tutto.
Invece di nascere non l’ho scelto.
Non ho scelto nemmeno di vivere.
Se ci pensate bene nessun bambino può sopravvivere da solo. Abbiamo bisogno di stare al caldo, di ciucciare il latte dalle mammelle, insomma abbiamo bisogno di una mamma o di qualcuno che ci vuole bene.
E io non ho scelto di essere voluto bene, qualcuno ha scelto per me.
Ecco perché io sono un frignone.
Io sono un frignone perché io, adesso, a questa vita che quando sei grande guidi la macchina e puoi farti lavare dalla tua fidanzata, e poi farci l’amore anche se non si può dire, io a questa vita ci tengo, io ho paura di morire.
E’ per questo che sono un frignone perché io ho paura di morire, anzi, ho paura di vivere. Ho paura che qualcuno mi voglia bene senza che io gliel’abbia chiesto, ho paura di voler bene a qualcuno e poi essere così legato a lui da non desiderare mai la sua morte.
Io sono un bambino frignone.
Lo dicono, no? Quando sei vecchio torni bambino.
E’ vero, è vero perchè io sono vecchio e sono un frignone.
Una cosa so, non sono un supereroe perchè io faccio i capricci.
Non sono un supereroe.
Ho bisogno di amare e di essere amato. Solo così posso fare i capricci. Non lo scelgo io, no, quello no.
E allora la vita mica è mia, sarà di qualcun altro? Di chi?
E come faccio io a decidere della mia vita se non ho mai deciso niente? Io sono un frignone.
Io non sono un supereroe.
Io non ho scelto di nascere.
Ma ora che sono vecchio, non parlo più, non mi muovo più, non vedo più, sento le mammelle di mia madre, sento l’affetto degli altri, sento che c’è un motivo per cui sono al mondo anche se non l’ho scelto.
Io non sono un supereroe ma posso sognare di guidare la macchina, di fare la doccia con mia fidanzata e poi farci l’amore, anche se non si può dire.