E prenderei mille treni per trovarti
e perderei mille autostrade per appannarti i vetri che tanto ryan air fa ritardo.
Aspettarti mi farà bello come una volpe di un piccolo principe in francese che in marocchino non c’è e non ti aspettare niente per la tua collezione.
Siamo troppo diversi e quell’aria da signora ti sta anche male.
E i tuoi calzoni corti e le tue gambe a y e una bambina che non vuol giocare mai.
E i tuoi nomi in codice attorno ai fuochi accesi coi fazzoletti impilati sul collo,
e i tuoi capi e i tuoi scout e le giovani Marmotte erano Qua, Quo e Qui non c’è nessuno che se li ricorda.
Tu e i tuoi Erasmus andati a male che hai paura della navigazione aerospaziale.
Che chissà dove sarai e io non ti chiamerò se ci sarò se ci sarai.
E i locali argentini e i camerieri gay che ti guardano il culo e ti versano vino italiano ritagliando gli scarti per la chiusura.
Le feste in piazza a Barcellona inseguendo quegli insetti che pungono e poi muoiono
che un bacio è l’egoismo più grande ed è così che cadi e ti pettini le labbra,
le stendi al sole ad evaporare per perdonarle per non far piangere le tue guance a cipolla.
E dimentica come io ho dimenticato
e conta fino a 9 che il 10 è della fantasia dei Diego, i Maradona e così sia.