Di te, donna, sono cucite le mie labbra.

Di te, donna, sono cucite le mie labbra.

Vorrei parlarti del cielo, non sono nuvola.

Vorrei parlarti del mare, non sono acqua.

Vorrei parlarti di un fuoco e non sono scintilla.

L’estate delle parole mancate, la vita bella nascosta dietro ai condizionatori.

L’intimità dei giardini. Le canne verdi che bagnano i prati.

Il fascino nuovo dei sistemi d’irrigazione, gli anti zanzare per la pulizia delle nostre orecchie.

Di te, donna, sono cucite le mie labbra.

Non sono i rintocchi delle campane artificiali, le sei del pomeriggio, le vedove della provincia col passo zoppicante alla Messa,

non sono le frenate dei tram, non sono le attese sudate di metropolitane oleose, non sono i gesti bianchi e neri delle lavandaie,

non gli obiettivi delle reflex digitali, o i miei capelli rasati sui lati.

In questo nodo che è silenzio

e filo

e guance consumate.

Non sono.

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